L'Ultima Traccia by Hannah Nyala

autore:Hannah Nyala [Nyala, Hannah]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sonzogno
pubblicato: 2014-02-09T23:00:00+00:00

SETTEMBRE 1988

Sono ormai tre giorni che Kevin chiama spiegandoci dove dobbiamo incontrarlo per prendere in consegna i bambini, ma poi non si fa mai vedere. Oggi ha telefonato dicendo che mi lascerà tenere Jon e Ruthie a patto che io accetti di incontrarlo da sola nel deserto.

Sono torturata dal bisogno di vedere i mei figli, ma so benissimo che se accetto metto a repentaglio la loro vita, oltre che la mia.

Cinque giorni fa, subito dopo che Kevin se n’era andato da casa sua con i bambini, la sua compagna mi ha telefonato: si è presentata, raccontandomi che Kevin si è portato appresso una valigia piena di pistole ed è partito assicurandole che si sarebbe occupato di me “una volta per tutte”.

“Qualunque cosa tu decida di fare, non incontrarlo da sola nel deserto”, mi ha implorata.

Lei stessa stava scappando, e temendo per la propria vita era decisa ad andarsene prima che lui tornasse. Al tempo stesso si sentiva in colpa perché non sarebbe più stata là a tenere d’occhio Ruth e Jon. “Non li ha mai colpiti in mia presenza, ma so che lo fa quando io non ci sono.”

Prima di riattaccare mi ha detto: “Non ti conosco di persona, ma so quello che dicono di te i tuoi figli, e ho ritenuto giusto avvisarti”.

Una persona che non ho mai incontrato è nella stessa situazione in cui mi sono trovata io per anni, e mi ha chiamata per mettermi in guardia! Abbiamo chiacchierato a lungo, due donne in contatto grazie a una linea telefonica, unite dalla medesima paura nei confronti di un uomo e di un sistema giudiziario che gli permette di maltrattare donne e bambini.

Rimani viva, non per te stessa ma per quei ragazzini. Mantieniti in forza. Non permettergli di raggiungervi, perché in tal caso potrebbe portare a compimento i suoi piani, torturando i piccoli e costringendoti a guardarli morire. È da un pezzo che ha deciso di farlo. A parte la storia della borsa piena di armi, quella donna non mi ha raccontato nulla di nuovo.

Nella sua ultima telefonata Kevin mi ha chiesto ancora di incontrarlo da sola. “È l’unico modo in cui puoi dimostrarmi che ti fidi di me, e che ti permetterà di rivedere i tuoi figli.”

“Non ci vedremo da soli”, gli rispondo, svuotata di ogni sentimento.

“In tal caso i tuoi figli sapranno che tu non li hai mai amati, e che in realtà non volevi affatto che venissero a vivere con te. Vero, ragazzi?” esclama, poi sento Ruthie che grida in lontananza, la conversazione si interrompe, e loro due scompaiono di nuovo dalla mia esistenza.

Sono andata sulle montagne del deserto, camminando attraverso il dolore giorno dopo giorno, alternando paura e speranza, rabbia e disperazione.

Questa volta però mi sento diversa. Dopo aver assistito e riso ai giochi di Ruthie con una giovane iguana, adesso non posso più passare dal territorio di quella lucertolona senza guardarmi in giro per cercarla, e sentire la presenza di mia figlia.

Un giorno ho scalato una certa roccia con Jon, e adesso non posso più passarci davanti senza vedere il suo visino trionfante mentre sale in cima.

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